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Nuovi napoletani

Nuovi napoletani

A cura di Vincenzo Sbrizzi

Storie di essere umani che sono arrivati a Napoli per vivere una vita migliore e che la città ha accolto come nuovi cittadini. Paure, speranze e sogni di persone che dagli angoli più disparati della terra hanno scelto di vivere all'ombra del Vesuvio

Nuovi napoletani

Bechir, l'agente di credito che la burocrazia stava ammazzando

A Napoli da un anno, ha seguito sua moglie napoletana lasciando la sua Tunisi. Non sa ancora nulla del suo permesso di soggiorno

Ha lasciato la sua Tunisi per amore. L'amore per una logopedista napoletana che ha deciso di seguire in città. Bechir ha conosciuto sua moglie grazie alla passione comune per il volontariato. Insieme aiutavano i bambini in Palestina. Così tra loro è scattato l'amore che li ha portati a sposarsi a Tunisi. Poi la decisione di seguirla a Napoli visto che lei ha anche una figlia adolescente e, per non farle cambiare vita, Bechir ha deciso di spostarsi lui qui. Con una laurea in matematica e l'esperienza nel settore della microfinanza è sicuro di poter trovare diversi lavori all'interno del settore del marketing o della finanza, soprattutto per l'area da cui proviene. In effetti non ci mette molto tempo a trovare un'occupazione come manager all'interno di un'azienda che si occupa di abbigliamento sportivo. Gli avrebbero affidato tutta l'area dei Paesi con lingua francese.

Le complicazioni burocratiche 

Per firmare il contratto deve solo aprire un conto in banca e una posizione fiscale qui in Italia. Quella che sembra la cosa più semplice del mondo in realtà si rivela diventare il peggiore dei suoi incubi. Per prima cosa deve dimostrare di risiedere stabilmente nell'appartamento di Secondigliano con la moglie. Per questo deve rimanere in casa ad aspettare che arrivino le forze dell'ordine ad attestare il fatto che lui viva lì insieme alla coniuge. Le autorità devono appurare che non sia un matrimonio di comodo. Anche la moglie deve essere presente in caso di visita quindi. Circostanza che crea seri problemi a lei per andare a lavorare e il suo, al momento, è l'unico reddito in casa. Nel frattempo non si può far altro che aspettare. Bechir, per non rimanere con le mani in mano, ne approfitta per studiare l'italiano. Lo fa alla scuola di Pace.

La scoperta della città 

Ma soprattutto comincia a entrare in sintonia con la città. La scopre strada dopo strada ed entra in contatto con diverse associazioni culturali. Adora l'arte e i monumenti e inizia a organizzare delle visite guidate. «La cosa più bella è l'accesso all'arte libero per tutti. C'è arte ovunque. Se tornassi indietro e dovessi scegliere una città, sceglierei sicuramente di nuovo Napoli». Solo che i documenti non arrivano ed è passato quasi anno. Bechir non può lavorare e si sente imprigionato. Non vuole per nessuna ragione lavorare a nero o fare cose che vadano contro la legge. Però le lungaggini della burocrazia sembrano indicargli questa come unica strada per rimanere in città. A 35 anni si sente bloccato e non può costruirsi la sua vita con la moglie a causa di semplici carte bollate.

Rischiare la vita per lo stress 

Una situazione che gli crea anche un grave problema di salute. Per lo stress viene colpito da un attacco ischemico e per poco non perde la vita. Per fortuna riesce a superarlo senza danni permanenti ma quello che gli è capitato fa capire quanto quella che sta vivendo come un'ingiustizia stia incidendo negativamente sulla sua vita. Una vita lasciata così in attesa che gli vieta anche di tornare a Tunisi a riabbracciare i genitori e due sorelle che vivono ancora lì. Se si spostasse, infatti, la procedura si bloccherebbe. Deve rimanere qui in attesa, nella speranza che qualcuno con un timbro su un foglio di carta sblocchi la sua vita.

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