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A cura di Redazione NapoliToday

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Ipnosi, una cura per il reflusso gastrico e il dolore cronico

"L’Ipnosi è in grado di modificare la percezione del dolore, oltre ad essere una valida terapia in caso di reflusso gastroesofageo". L'intervista al dott. Fabrizio D'Urso

L'Ipnosi è una tecnica poco praticata in ambito ospedaliero, ma efficace sia nel trattamento del dolore che nella cura di diverse patologie dello stomaco. Nell’immaginario collettivo si associa, spesso, all’idea di un una pratica manipolatoria, capace di carpire segreti, ricondurre alle vite precedenti o manovrare le persone con riti voodoo. Ma cosa c’è di vero in questo? Praticamente nulla. L’ipnosi come pratica terapeutica induce davvero in uno stato di “Trance", ma non può istigare comportamenti o confessioni contro la volontà dell’individuo. E' un’esperienza del tutto naturale e che ci riguarda quotidianamente. Ad esempio, quando leggiamo un libro o guardiamo un film che ci emoziona particolarmente siamo di fatto in Ipnosi. Si tratta di un processo fisiologico caratterizzato da una modifica dello stato di coscienza (denominato “Trance”) in cui l’attenzione dell’individuo viene potenziata e mirata ad un obiettivo. Questa condizione è associata ad una accresciuta flessibilità cognitiva, documentabile attraverso la presenza di alcuni segni neurovegetativi (variazione frequenza cardiaca, variazione frequenza respiratoria, sudorazione marcata di alcune zone del corpo ecc.). L’Ipnosi può essere naturale, indotta o autoindotta, e consente all’individuo di avere un maggiore controllo di sé e del suo organismo. Questo trattamento - come dicevamo all’inizio - è utilizzato in diversi ambiti clinici con notevoli risultati. Oltre ad essere molto efficace nel trattamento del dolore acuto e cronico, è anche in grado di curare diverse patologie di stomaco tra cui il reflusso gastroesofageo.

NapoliToday ha intervistato il dott. Fabrizio D’Urso, fisioterapista ed esperto in Terapia del dolore attraverso l’Ipnosi clinica, per capire come agisce “praticamente” questa terapia e in quali casi è consigliata.

Come agisce l’ipnosi nel controllo del dolore?

“Prima di rispondere a questa domanda è fondamentale chiarire cosa è il “dolore”. Secondo l’International Association for the Study of Pain “è un’esperienza emozionale e sensoriale spiacevole associata ad un danno tissutale acuto o potenziale”. Da questa definizione si comprende che il dolore è in realtà una percezione e non un fenomeno sensoriale come può essere la vista o l’udito. Questo è il risultato della fusione di una componente percettiva legata alla trasmissione dello stimolo doloroso dalle strutture nervose periferiche al cervello, e di una componente legata all’esperienza che dipende esclusivamente dal soggetto, dal modo in cui lo percepisce e sperimenta la sensazione del dolore (come ad esempio la soglia del dolore che è del tutto soggettiva). Il dolore, quindi, presenta una componente sensoriale-quantitativa in base alla quale è possibile definire intensità, durata e localizzazione, una componente emozionale che conferisce il tono del dolore (spiacevole, aggressivo, penoso, insopportabile, ecc.), una componente cognitiva che è in grado di modificare la percezione del dolore e i comportamenti indotti, e una componente comportamentale che costituisce il modo con cui si esprime sia verbalmente sia non verbalmente l’individuo sofferente. L’Ipnosi agirebbe in gran parte sulla sfera emozionale e cognitiva del dolore (ansia, angoscia, paura, preoccupazioni che amplificano il sintomo, ecc.) e anche, a seconda delle capacità del soggetto, sulla componente sensoriale-quantitativa, dando così la possibilità di modulare, e quindi modificare le varie caratteristiche del dolore (intensità, localizzazione, estensione, qualità, durata), sia a livello del Sistema Nervoso Periferico sia a livello del Sistema Nervoso Centrale”.

Quali sono i principali vantaggi dell’ipnosi?

“Sono vari. Il più importante è la possibilità di limitare o sostituire il consumo di farmaci antidolorifici. Un altro vantaggio è dato dal fatto che il paziente, una volta istruito, può continuare a casa la sua terapia praticando l’autoipnosi in modo estremamente semplice. Inoltre, considerando il gran consumo, spesso eccessivo, di antidolorifici, l’ipnosi potrebbe rivelarsi sul lungo termine la soluzione più economica e meno dannosa”.

In quali “ambiti clinici” viene utilizzata questa tecnica?

“In ambito clinico i campi di applicazione dell’ipnosi sono davvero tanti. Oltre alla sua efficacia nel trattamento del dolore cronico, questa tecnica può essere utilizzata anche nel trattamento dei disturbi d’ansia, della balbuzie, dei disturbi del sonno, delle dipendenze; in chirurgia generale; in chirurgia odontoiatrica per ridurre il sanguinamento o per i pazienti che non possono sottoporsi all’anestesia; nel trattamento del dolore post-operatorio; nel campo ostetrico in sala parto per il controllo del dolore; nel trattamento dei grandi ustionati; nel trattamento del paziente oncologico e non solo per il controllo del dolore ma anche per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia; nel trattamento dei disturbi funzionali gastrointestinali come il reflusso gastroesofageo e la sindrome del colon irritabile; nel campo della nutrizione per aumentare l’aderenza al protocollo dietetico; ecc.” 

Quali sono le patologie, trattate nell’ambito fisioterapico, che possono essere curate con l’ipnosi?

“Le patologie che possono essere trattate con l’Ipnosi in campo fisioterapico vanno dal trattamento del dolore alla riabilitazione vera e propria. Questa tecnica è estremamente efficace nel trattamento dei sintomi della fibromialgia, come dolore e stanchezza; cefalee croniche primarie; algie oro-facciali; nel trattamento del reflusso gastroesofageo, nel trattamento della sindrome del colon irritabile, nella colite ulcerosa; nel dolore muscolo-scheletrico cronico come ad esempio il mal di schiena aspecifico (cioè non dipendente da alcuna patologia); ecc. Va specificato, però, che l’ipnosi rappresenta un trattamento detto “sintomatico” per quanto riguarda il dolore, cioè non curativo, in quanto non elimina la causa del dolore ma ne tratta il sintomo, per cui è bene consigliare a chiunque voglia sottoporsi alla terapia con Ipnosi di eseguire degli accertamenti diagnostici”.

Lei, in qualità di fisioterapista, si occupa anche di reflusso gastroesofageo e colon irritabile tramite il trattamento manuale e l’ipnosi. In che modo agiscono queste metodologie?

“In caso di reflusso gastroesofageo, il trattamento manuale agisce in combinazione o in alternativa alla terapia farmacologica, e si basa su un principio molto semplice: ripristinare una corretta funzione del Diaframma, che oltre ad essere il principale muscolo della respirazione ha anche un importante ruolo nell’impedire la risalita dei succhi gastrici. Il reflusso gastroesaofageo non è altro che la risalita del contenuto acido nell'esofago, quel canale lungo 25-30 cm che collega la bocca allo stomaco. Quando tale reflusso diventa importante per frequenza o per severità dei sintomi l’esofago si infiamma. Ad impedire questa risalita nell’esofago ci sono due strutture: il Cardias - una valvola funzionale che permette il passaggio degli alimenti masticati dall’esofago allo stomaco impedendone la risalita - e il Diaframma - che oltre ad essere il principale muscolo della respirazione, svolge una sua azione di contenimento del reflusso permettendo il corretto funzionamento del Cardias. Grazie al Trattamento Manuale possiamo migliorare sensibilmente in circa 8 settimane l’azione svolta da queste due strutture impedendo così la risalita di succhi gastrici nell’esofago. Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo dell’Ipnosi - che associo, quasi sempre, al trattamento manuale -, oggi, vanta grandi successi sia nel trattamento del Reflusso Gastroesofageo, che nel trattamento della Sindrome del Colon Irritabile e nella Colite Ulcerosa, nonostante questo trattamento non sia stato ancora del tutto compreso soprattutto in Italia. A livello internazionale questo tipo di approccio sta assumendo sempre più importanza... basti pensare che negli Stati Uniti il trattamento con Ipnosi viene erogato nei centri medici anche tramite telemedicina, quindi a distanza”.

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Ci può spiegare come agisce l’ipnosi in caso di disturbi gastrici?

“Per comprendere come l’Ipnosi agisce è fondamentale chiarire due aspetti importanti che riguardano l’essere umano. Il primo è rappresentato dal fatto che Mente e Corpo sono un’unica cosa e non due sistemi separati come potremmo pensare; il secondo riguarda l’asse Mente(cervello)-Apparato Gastrointestinale. I due sistemi lavorano praticamente in simbiosi e sono costantemente in comunicazione fra loro, basti pensare ad esempio a quando ci arrabbiamo e avvertiamo dolore o bruciore allo stomaco, abbondante reflusso o forti tensioni nervose che si riflettono sull’intestino. Oggi, secondo gli studi in materia, possiamo presupporre che il Reflusso Gastroesofageo e la Sindrome del Colon Irritabile dipendano in grosso modo da due fattori: da una disregolazione delle comunicazioni che avvengono lungo l’asse Mente-Apparato Gastrointestinale, e da un’ipersensibilità del sistema che tende a percepire come dannosi alcuni stimoli in realtà fisiologici provocando la sintomatologia. L’Ipnosi consente di modulare la relazione Mente-Apparato Gastrointestinale, e di riportare alla normalità la percezione degli stimoli provenienti dal Sistema Gastrointestinale che, come detto, in questi due disturbi, sono percepiti in modo anomalo. Inoltre l’Ipnosi e l’Autoipnosi sono due efficacissime strategie per combattere e contrastare lo stress che influenza negativamente qualsiasi disturbo che riguarda la salute”.

Questa terapia può avere effetti collaterali?

“Uno dei più grandi vantaggi dell’utilizzo dell’Ipnosi in campo sanitario è rappresentato dall’assenza di effetti collaterali. Essendo l’Ipnosi una modalità di funzionamento della nostra mente, e dunque non un farmaco o sostanza estranea, non ha alcun effetto collaterale. È importante però sconsigliare l’autoipnosi fai da te in quanto potrebbe essere pericolosa. Inoltre è bene ricordare che l’Ipnosi, per scopi terapeutici, può essere esercitata solo da professionisti sanitari e psicologi, ovviamente formati. A proposito di questa terapia, ci terrei, a specificare due aspetti importanti: durante lo stato di “trance” ipnotica il soggetto non dorme ed è completamente cosciente, vigile e capace di comprendere tutto ciò che gli accade intorno, oltre ad essere libero di uscire da questo “stato” quando voglia, per cui tutte le facoltà di scelta e di pensiero vengono preservate. Inoltre ci tengo a chiarire che l’Ipnosi non ha nulla a che fare con l’Effetto Placebo”.

In quali casi è sconsigliata?

“L’ipnosi è sconsigliata in soggetti non idonei come pazienti con psicosi, con depressione maggiore acuta, persone in terapia con farmaci anticonvulsionanti”.

Quali sono le principali strategie ipnotiche adottate dal fisioterapista?

“Le strategie terapeutiche, e le tecniche di Ipnosi utilizzate dal Fisioterapista possono essere varie e generalmente vengono selezionate in base alle esigenze del paziente. Tra le più utilizzate c’è l’Ipnosi conversazionale o le tecniche di Ipnosi rapida. Nella prima vengono utilizzate delle strategie di comunicazione linguistica che inducono il paziente in uno stato di Trance rendendolo quindi ricettivo alla terapia vera e propria che si svolge nella fase di Trance appunto. Questo approccio, in genere, richiede tempi lunghi, per questo motivo si opta per l’utilizzo di tecniche più rapide (ipnosi rapida). Queste ultime servono a concentrare l’attenzione del paziente su di un focus esterno o interno ad esso, così da farlo cadere in stato di "Trance" nell’arco di 1-3 minuti. Dopo una seduta di Ipnosi il paziente torna a casa, il più delle volte, più rilassato e sorridente”.

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