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Lo sapevi?

Lo sapevi?

A cura di Laura Bufano

La Napoli di oggi è il risultato di circa 3000 anni di storia. Tanti racconti di cose poco conosciute del passato alimenteranno la nostra curiosità aumentando la percezione delle nostre radici. Il fermento artistico e culturale di questi ultimi anni lo potremo intravedere dalle interviste che verranno fatte a: scrittori, poeti, pittori, fotografi, cantanti, musicisti, stilisti, scultori, attori, registi noti ed emergenti, uomini e donne che con la loro spiccata sensibilità avvertono più profondamente i nostri tempi. Parleremo di bellezza, la bellezza di Napoli alla quale non ci si abitua mai, che si sorprende sempre. La Napoli di oggi è il risultato di circa 3000 anni di storia. Tanti racconti di cose poco conosciute del passato alimenteranno la nostra curiosità aumentando la percezione delle nostre radici. Parleremo di bellezza, la bellezza di Napoli alla quale non ci si abitua mai, che si sorprende sempre.

Lo sapevi?

“La musica esperienza di libertà”: parola del maestro Tommaso Rossi

L'intervista al musicista napoletano

«Rifaresti tutto il percorso di vita fatto fin qui?». «S, rifarei tutto». Così si è conclusa la mia chiacchierata con il maestro Tommaso Rossi, virtuoso flautista napoletano che di strada ne ha fatta e di cose ne continua a fare. Tommaso, dopo essersi diplomato in flauto traverso e dolce, si laurea, con il massimo dei voti, in “Storia della Musica”, alla Federico II di Napoli. Lui, coniuga, nel suo repertorio, tradizione e innovazione, con uno sguardo alla ricerca in ambito musicale e al futuro dei giovani musicisti. Provo a raccontarvi di Tommaso Rossi attraverso le mie domande.

Maestro Tommaso Rossi, presentati.
Sono un musicista che si impegna a rendere la musica una risorsa condivisa.

Quando e come è entrata la musica nella tua vita?
Mio padre è stato un critico musicale dell’ “L’Unità”. Ho respirato musica da sempre. Intorno ai 5-6 anni sono stato avviato, da mio padre, allo studio del violino, ma il Maestro che mi seguiva non è riuscito a farmi appassionare. Poi, come accade a molti bambini, mi è stato regalato un flauto. Durante il terremoto dell’80, le scuole rimasero chiuse e con altri bambini cominciai a sperimentare il flauto e la musica, mi accorsi così di amare gli strumenti a fiato. Il Maestro Ugo Martone, durante alcuni corsi estivi, mi ha avviato e accompagnato allo studio dello strumento. Mi sono diplomato in flauto traverso al Conservatorio San Pietro a Majella con Pasquale Esposito e in flauto dolce al Conservatorio di Latina con Paolo Capirci. Oggi sono docente al Conservatorio di Musica Statale di Benevento

Ho letto sulla tua pagina Internet una citazione di Nietzsche “Senza musica , la vita sarebbe un errore”. Perchè?
La musica è un’arte vera e rivelatrice, un linguaggio dell’assoluto condivisibile, un percorso di vita completo.

Ti laurei in “Storia della musica”, alla Federico II di Napoli, con il massimo dei voti. Tommaso, come nasce la musica?
Ce lo racconta Ovidio ne “Le Metamorfosi” . Ovidio narra che, Pan, figlio di Hermes si innamorò di Siringa, ninfa seguace di Diana. La ninfa, per sfuggire a Pan e al suo desiderio, scappò in una selva. Correndo, arrivò nei pressi di una palude e vedendosi raggiunta, invocò le Naiadi, che la mutarono in canne palustri. Pan, nel momento in cui pensava di aver raggiunto la ninfa, si trovò davanti ad un fascio di canne che mosse dal vento mandavano un suono delicato. Allora il dio, utilizzò le canne per costruire un strumento musicale in ricordo della sua ninfa, la siringa o il flauto di Pan.

“Musica esperienza di libertà”, è tua questa citazione, ci spieghi meglio?
Quando si esegue un brano si ha la possibilità  di mantenersi in un ambito, che non è dogmatico, ma che contemporaneamente non va travisato, è questo lo spazio che permette al musicista e alla sua musica di compiere un’ esperienza di libertà.

Nel 2010 hai fondato l’Ensemble Barocco di Napoli che lavora per la riscoperta del repertorio strumentale napoletano inedito del XVIII sec., cosa ti sorprende facendo questa ricerca?
La scuola musicale napoletana del XVIII secolo è una miniera ricca di una quantità  incredibile di compositori di prim’ordine, i loro brani per lo più vengono eseguiti a New York, Tokio, Berlino e Londra. Noi dell’ Ensemble Barocco, attualmente, stiamo proponendo Leonardo Leo, docente prima al Conservatorio della Pietà  dei Turchini e successivamente al Conservatorio di S. Onofrio a Porta Capuana che all’epoca insieme ai Conservatori di Santa Maria di Loreto e quello dei Poveri di Gesù Cristo rappresentavano il fulcro della scuola musicale di Napoli(dalla fusione dei quattro Conservatori nacque l’attuale Conservatorio di San Pietro a Majella). Leo fu, non soltanto un grande professore, ma un artista dei più dotati.

“Qui giace il cavalier Alessandro Scarlatti, uomo che si è distinto per padronanza di se’, generosità  e bontà , il più grande innovatore della musica.” Nella Cappella di Santa Cecilia, angolo intimo e suggestivo della Chiesa di Santa Maria a Montesanto, troviamo le parole suddette, incise sulla tomba del grande compositore. Ogni anno, Tommaso prepara un concerto per ricordare la nascita di Scarlatti, inoltre partecipa al “Progetto Scarlatti Lab” ideato da Dinko Fabris, Presidente della Società  Internazionale di Musicologia, e dal Maestro Antonio Florio. Si tratta di un progetto didattico che valorizza i migliori studenti dei corsi di musica antica dei conservatori di Napoli, Cosenza e Bari. Il concetto su cui è fondato il Laboratorio è in apparenza semplice utilizzare lo stesso metodo didattico adottato dai primi conservatori di Napoli nel Sei – Settecento.
Tommaso Rossi è stato definito un "musicista ecclettico" , infatti è impegnato sia nella musica colta che in quella contemporanea. Dal 2000 è Presidente dell’Ensemble Dissonanzen che nella musica contemporanea ha un curriculum che non ha pari nel nostro meridione.
Tommaso, che cosa ti meraviglia di più della nostra città ?
Mi meraviglia quanta vitalità  possiede il mondo della musica napoletana, ma anche di come le Istituzioni non hanno consapevolezza dell’enorme ricchezza artistica che possediamo.

Tanto tempo fa chiesi a mio fratello Gino « come si fa ad apprezzare la musica?» , lui mi rispose « ascoltala e basta! ». La musica infatti, come ogni linguaggio del cuore, non osserva nessuna regola, se non quella di seguire il battito delle proprie emozioni.
La musica è espressione dell’irrazionalità , dell’illogico, della verità .

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