Cenerentola, la favola "ritorna" napoletana: vincono le proteste dei Neoborbonici
Zanichelli aveva inizialmente attribuito paternità francese al racconto invece inserito nel "Cunto de li Cunti" di Giambattista Basile
Ritorna napoletana, Cenerentola. Dopo le numerose proteste suscitate dal testo su Cenerentola della Zanichelli, la casa editrice ha corretto la paternità della favola erroneamente attribuita al francese Perrault. "La fiaba, originariamente scritta da Giambattista Basile in napoletano – si legge ora – la Gatta Cenerentola, fu poi rivista da Charles Perrault".
Come sottolineato dal presidente del Movimento Neoborbonico Gennaro De Crescenzo, la Zanichelli ha corretto anche un commento “interno” nel quale si attribuiva la paternità “italiana” alla favola e non "napoletana".
"Ecco a cosa servono proteste, messaggi, post e commenti – scrive sui social De Crescenzo – a ritrovare anche in questo modo radici e orgoglio che per 150 anni avevamo perso e che stiamo ritrovando. Per molto meno, del resto, in Italia e nel mondo realizzano musei, visite guidate, merchandising e la cultura diventa economia…Da noi ci hanno fatto dimenticare anche che Cenerentola è napoletana".
Il racconto di Cenerentola, nato da una tradizione orale diffusa in Europa, apparve per la prima volta in letteratura nel "Cunto de li Cunti" di Basile acquisendo ulteriore notorietà.