Erano in quattromila ma sembravano ancora di più. Il calore di Napoli e dei Napoletani, in occasione del Concerto-Tributo a Pino Daniele "Je Sto Vicino a te"che si è svolto in un gremito Palapartenope, è arrivato fin lassù, ha sorvolato il mare di Napoli e dei pregiudizi che la inquinano quotidianamente, ha sorvolato le critiche, i luoghi comuni, ha sorvolato i difetti di una città imperfetta e maledettamente bella, puntando dritto al cuore.

Sono commoventi le parole che Nello Daniele dedica a suo fratello: "Napul'è Pino Daniele", un'identità un senso di appartenenza forte ad una città che vive nel ricordo di una grande poeta della musica italiana.

Pensiero condiviso anche da Fabio De Caro che esordisce con questa battuta spiazzante: "Me chiammo Malammore, o guardaspalle ‘e don Pietro Savastano, no, no, io sono Fabio De Caro e quelli come Mallammore, quelli che infangano la bellissima terra mia, li odio nel profondo. Ma nonostante tutto il sangue, nonostante tutti gli abusi, che tu già denunciavi 40 anni fa e “’nisciuno se ne’mpurtava”, nonostante il dolore che questa gente provoca, ti devo confessare che Napule oggi è più bella che mai".

Una toccante dichiarazione di amicizia per il cantante e d'amore per la città, rimarcando l'importanza di difendere Napoli dal marcio che cerca di infangarla, pensiero pienamente condiviso dal pubblico in sala che applaude con entusiasmo anche l'accorata esibizione di Nino D'Angelo sulle note di "Terra Mia" e fischia, invece, la leader femminile dei 99 Posse alle prese con "Curre Curre Guagliò", penalizzata da problemi tecinici dell'acustica.