Libero e il titolo che non poteva mancare: "Torna il colera a Napoli"
Napoli c'entra poco o nulla con la vicenda, ma l'occasione era troppo ghiotta per il "solito" quotidiano diretto da Vittorio Feltri
"Torna il colera a Napoli. Lo hanno portato gli immigrati", è il Libero che ci mancava. Un colpo al cerchio ed uno alla botte, da fuoriclasse come solo i titolisti del quotidiano diretto da Vittorio Feltri.
La vicenda è nota: una donna e il figlio neonato affetti da colera, del Bangladesh ma residenti in provincia di Caserta, sono stati ricoverati al Cotugno di Napoli.
Madre e figlio ricoverati al Cotugno: colera
In parole povere Napoli c'entra poco o nulla, però l'occasione era oggettivamente troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire: da un lato la sottolineatura dell'associazione colera-Napoli, tanto cara ai sostenitori dello "sfottò" da stadio per eccellenza (del resto mille persone in ospedale e una ventina di morti, nel '73, costituiscono un argomento tutto da ridere), dall'altro la simpatica tesi (il timore è un po' quello di quando si portano in casa animali randagi) dell'immigrato che porta malattie.
Il ficcante Pietro Senaldi, che di Libero è anche vicedirettore, infatti scrive: i governi precedenti a quello in carica hanno "costruito un’immensa plebe multietnica che si scambia disagi, povertà e patologie". La parola chiave è quindi plebe, termine particolarmente progressista, definito giusto nei primi secoli della repubblica romana (duemila, duemilacinquecento anni fa, non troppo).