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A cura di Redazione

Valentina Nappi, vita da pornostar in America

L'attrice napoletana: "Non mi trovo male, la sto apprezzando col tempo, diciamo che secondo me Los Angeles non è un posto per turisti"

Valentina Nappi, vita da pornostar in America. "Ho preso il visto un anno e mezzo fa - ha raccontato l'attrice napoletana a Marco Gallico di GQItalia - Non mi trovo male, la sto apprezzando col tempo, diciamo che secondo me Los Angeles non è un posto per turisti. Solitamente la gente che viene qua visita Hollywood".

Sul sesso: "La vagina deve perdere di valore, non deve essere più qualcosa di raro rispetto al pene. Dall’altro lato però il sesso dovrebbe essere valorizzato. Pensa tutto il lavoro di design che si fa per una sedia il cui unico scopo è sedersi, mentre per la masturbazione, che per noi è meno nobile del sedersi, non abbiamo così tante scelte. Il 90% dei toys sono giocattolini cinesi inutili, sono veramente pochi quelli che effettivamente hanno una innovazione o sono esteticamente belli".

E ancora: "Qui in America ci sono associazioni cattoliche che pagano pornostar che non lavorano più tanto, li pagano magari per fargli dire che hanno preso l’HIV sul set, cosa che poi non riescono a dimostrare visto che i tipi di test che facciamo noi sono molto frequenti e veloci e corriamo molti meno rischi di chi non fa questo lavoro".

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