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A cura di Redazione

Dagospia: "Belen Rodriguez, calci e graffi ad Alberto Dandolo"

Il giornalista poche ore dopo l'accaduto: "Spero che quando diminuiranno le copertine e il botox lascerà spazio alla chirurgia, chi oggi ti circonda non ti abbandoni"

Belen Rodriguez aggredisce giornalista di Dagospia: rissa davanti a Maria De Filippi
Belen Rodriguez avrebbe aggredito il giornalista di Dagospia Alberto Dandolo, sotto gli occhi di Maria De Filippi negli studi Mediaset durante la registrazione delle nuove puntate di Tu sì que vales. A raccontare tutto è stato il giornalista, che aveva cercato di avvicinare la showgirl, rientrata a Roma dopo una bollente vacanza a Ibizia durante la quale secondo i ben informati si sarebbe riavvicinata all'ex Marco Borriello. 

Il racconto di Dandolo, fatto al settimanale Oggi

“Ero a Roma negli studi Mediaset sulla Tiburtina, avevo un appuntamento con Maria De Filippi e, già che c’ero, volevo chiedere a Belen di ‘registrare’ due battute su Marco Borriello”, ci racconta Dandolo. “L’ho incontrata nei corridoi, ho fatto per darle la mano e lei è esplosa: ‘Ma tu sei Dandolo, sei un pezzo di m….’, e via con altri insulti irripetibili. Ha iniziato a urlare come una matta, poi mi ha dato due calci negli stinchi, mi ha graffiato sulle braccia, strappato il cellulare per scagliarlo a terra. Quindi ha chiamato i bodyguard, che mi hanno costretto a cancellare il file audio”

Provvidenziale l'intervento di Maria De Filippi, che "con fermezza e savoir faire ha riportato la calma".  Qualche ora dopo, su Facebook, una lettera di Dandolo per Belen è apparsa su Facebook.

Oggi mi si stringe il cuore a pensare che queste saranno le ultime parole che ti dedico, avendo deciso di dirti "addio" per sempre. Eh si, mia adorata Lady Pampa…,dopo l'inaspettata aggressione fisica e verbale che ieri mi hai pubblicamente riservato, ho scelto di fare un passo indiero e salvarti. Salvarti dall'idea che tu, un tempo sprovveduta e ambiziosa "morta fama", hai oggi di te stessa. Solo facendo calare un prolungato silenzio su di te, sui tuoi presunti valzer amorosi e sulla tua carriera pregna di talento, forse potrai riappropriarti di quel principio di realta' dal quale ti sei violentemente sganciata. Le parole, diceva il mio professore di Filosofia Teoretica Eugenio Mazzarella, "sono cose e hanno un peso". E quelle che tu ieri hai riservato a me, alla mia disgraziata carriera e soprattutto a mia madre avranno un peso, ma in altre sedi. Ma dalle stesse ho capito anche che tu non hai inteso che nel corso di questi anni io non ho mai scritto di te. Ho scritto semplicemente della tua rappresentazione pubblica. Ero e sono interessato non alla tua vita ma ai meccanismi, spesso da te sapientemente messi in atto, che regolano la mediaticita' del personaggio Belen. Non della persona. Ma, purtroppo, ieri ho avuto chiara consapevolezza che tu stai facendo coincidere vita e finzione, persona e personaggio, realta' e rappresentazione. E quindi ho il dovere di regalarti il mio oblio. Lo faccio per te, augurandomi che il silenzio ti aiuti a riappropriarti ti te stessa. Tutto cio' ora ti apparira' una vittoria. Ma poi, cara Maria Belen, arriveranno tempi bui. Quando diminueranno copertine e interviste, quando i giornalisti e i paparazzi non ti cercheranno piu', quando il botox lascera' spazio alla chirurgia…beh…li' avrai un cedimento. E io mi auguro che in quei terribili istanti quella corte dei miracoli che oggi ti circonda, non ti abbandoni. E continui ad esserti vicino, adularti e viziarti. Spero col cuore che quando ritornerai "persona" chi ti è accanto non fugga a gambe levate assieme al tuo "personaggio". Suerte chica!

Dagospia: "Belen Rodriguez, calci e graffi ad Alberto Dandolo"

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