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A cura di Davide Schiavon

Napoli-Salernitana, derby di piombo: quando l'arbitro si finse morto

Dal gennaio 1945 il Napoli gioca in un inedito Campionato Campano, organizzato in fretta dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Le gare interne le gioca all'Orto Botanico. L'arbitro Stampacchia si finse morto durante un derby

Nel primo campionato post-bellico, per lo scombussolamento dovuto alla Seconda Guerra Mondiale, non ci fu torneo unico nazionale ma solo - e con date inedite - alcuni tornei regionali. Il Napoli fu iscritto al Campionato Campano, che iniziò a fine gennaio del 1945 e durò fino a giugno. 

Costretto a trasferirsi dopo i bombardamenti che interessarono il campo 'Vesuvio' nel rione Ascarelli, il Presidente Luigi Scuotto opta in prima battuta per un campo in Piazza Nazionale, poi fa disegnare in fretta un rettangolo di gioco in terreno all'interno dell'Orto Botanico, e costruire una tribuna che poteva ospitare tremila persone. Il Napoli era stato rifondato con la denominazione Associazione Polisportiva Napoli. Il Comitato Regionale incluse nel girone, con il Napoli (favorito dai pronostici), anche Salernitana, Stabia, Scafatese, Torrese, Frattese, Casertana e Portici. Erano queste squadre che, pur all'interno di una dimensione regionale, regalavano allora grandi soddisfazioni ai propri tifosi. Dopo la Guerra, infatti, molti calciatori anche di caratura nazionale avevano dovuto scegliere una squadra per comodità o prossimità. 

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L'inizio del Napoli non è brillante: vince il derby contro l'Internaples, pareggia con Frattese, Portici e Casertana. Nel girone di ritorno gli azzurri si riprendono, vincono con Portici e Casertana ma non riescono a tenere testa alle prime della classe, Salernitana e Stabia. Al campo Vestuti di Salerno si gioca un derby infuocato: "Fu drammatico ma per certi versi anche grottesco", così lo definisce il medico della squadra Athos Zontini. 

Arbitro della gara è il signor Stampacchia. Al gol dei padroni di casa, che siglano il momentaneo 1-1, scoppia il putiferio. Dalle tribune vengono esplosi alcuni colpi d'arma da fuoco. "Gli animi erano accesi in campo e sugli spalti", racconta Zontini. "L'arbitro Stampacchia sudava freddo per tenere in pugno la tenzone, poi improvvisamente si accasciò al suolo facendo temere il peggio. Era stato colpito? Neanche per sogno! Fingeva di essere morto, nella speranza di placare i contendenti, riuscendo parzialmente nello scopo. Mentre, infatti, lo trasportavano a braccia negli spogliatoi, il terzino Puzzo, rinomatissimo per la durezza del cranio, si sfilò la maglia aprendosi un varco tra la folla a poderose testate".

L'episodio segna la fine di ogni competizione per il Napoli. Nessun arbitro vuole dirigere la gara successiva degli azzurri, contro la Scafatese. Così il Comitato Regionale decide di sospendere l'attività calcistica, che riprende un mese dopo. Lo Stabia si qualifica per la finale contro la Salernitana e trionfa in Campionato dopo aver vinto un ricorso per una gara disputata in precendenza contro la Frattese. 

Sarà l'unico campionato disputato a livello regionale dal Napoli, che nel 1945/46 gioca invece nel più consueto Girone Centro/Sud, classificandosi primo e arrivando poi quinto nel torneo nazionale. Nel frattempo la nuova casa degli azzurri era stata trasferita al Vomero, nel mitico stadio Arturo Collana. 

(si ringrazia l'Archivio Carbone per la foto copertina del blog)

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