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Ciuccio Stories

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A cura di Davide Schiavon

Vomero

Stipendi sospesi e pedinamenti: quando l'ira di Achille (Lauro) si abbatteva sugli azzurri

Stagione 1938/39: in campo Nereo Rocco, in panchina Payer, soprannominato 'Mister Piluscio' per lo strambo copricapo. Le cose non vanno bene e il Presidente Achille Lauro si scatena

Assistiamo in queste ore a una presunta insubordinazione da parte di alcuni calciatori del Napoli che hanno deciso di non accettare il ritiro imposto dal Presidente Aurelio De Laurentiis. La vicenda non è nuova, e riporta alla mente alcuni episodi simili avvenuti nella storia della squadra partenopea. 

A fine anni '30 il Napoli è - quasi sempre - nelle posizioni di retrovia in classifica. Allo stadio Partenopeo (Vesuvio) nel rione Ascarelli i tifosi contestano. "Quanti maestri", così li definisce l'ex calciatore e medico azzurro Athos Zontini. L'ira del presidente Achille Lauro non si fa attendere. Il fumantino presidente azzurro nell'estate 1938 cede in blocco  Mosele, Nicolosi, Da Caprile, Glovi. Acquista Piccini, Braglia, Romagnoli, Fabbro, Negro e Gramaglia, tentando una rivoluzione tecnica. 

Quando Achille Lauro dettava la dieta ai calciatori

In panchina siede l'ungherese Eugen Payer, nato nel 1891. Payer, simpatico ma introverso, divenne famoso a Napoli con il soprannome di 'Mister Piluscio': era solito, infatti, indossare, un bizzarro cappello di pelo lucido sul classico soprabito blu. In campo c'è Nereo Rocco, che a soli 25 anni avrà, proprio nel Napoli, la primissima esperienza da allenatore. 

Con Mister Piluscio il campionato non comincia benissimo: vittoria contro il Novara, pareggio con Milan e Liguria, sconfitta contro la Juventus. L'Ascarelli si infiamma, durante gli allenamenti i calciatori sono furibondi. Dopo una lite Rocco manda al diavolo tutti e pianta la squadra in asso. Il poderoso difensore Luigi Castello sfoga la propria rabbia caricandosi un sacco di cemento da cento chili suille spalle, scendendo e risalendo le gradinate dell'Ascarelli. Dopo una lite con un gruppo di giovani, lo stesso Castello frantuma una porta a testate, fino a quando Fabbro gli chiede scusa, evitando così una rissa imminente.

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La furia azzurra in campo si traduce in un pareggio con la Roma al Testaccio e una sconfitta contro il Torino. La squadra batte l'Ambrosiana Inter ma esce dalla Coppa Italia e perde contro il Genoa. Achille Lauro non ne può più: licenzia Mister Piluscio Payer e lo sostituisce con una Commissione Tecnica, guidata dal preparatore Paolo Jodice e dagli uomini chiave per ogni reparto (sarà, appunto, l'esordio da tecnico per Rocco, che allenava l'attacco).

Non basta: Lauro ne ha per tutti e minaccia di sospendere gli stipendi. Il Presidente chiede poi ai calciatori di prendere casa al Vomero, evidentemente per poterli controllare meglio. La reprimenda di Lauro ha effetto sulla squadra: nel girone di ritorno gli azzurri battono il Modena, distruggono la Juventus per quattro a uno, vincono contro Milan e Roma. Alla fine sarà settimo posto, risultato tutto sommato discreto. Nella stagione successiva, 1939/40, c'è una grande novità: arrivano i numeri sulle maglie, voluti dalla Figc. 

(si ringrazia l'Archivio Carbone per la foto copertina del blog)

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