Una napoletana a Dubai: diario di un viaggio tra grattacieli e burqa
#Blulife-Il racconto della Pasqua trascorsa incontrando una nuova cultura, a metà tra Occidente e Oriente, vista con gli occhi partenopei
Appena arrivata, scendo dal taxi che mi aveva condotta dall’aeroporto all’hotel e non posso credere ai miei occhi, sembra di stare a Manatthan. Tutti quei grattacieli enormi, gli stradoni, i fast food, le metropolitane, che figata questa città. E’ esattamente come me l’avevano descritta. La prima sera vado al Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo (154 piani per l’esattezza). Si entra dal Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo a sua volta, il biglietto per salire varia a seconda dei piani, io so no salita al 148esimo che costa 95 euro a persona. È tutto “il più” a Dubai, tra opere che portano il nome degli emiri che le hanno costruite. Un altro centro commerciale pazzesco è il Mall of Emirates, ci sono negozi di tutti i tipi, ma soprattutto nella piazza principale c’è una pista da sci, assurdo ma vero, con seggiovie e stabilimenti che forniscono attrezzature per sciare!
Una volta scesi dalla torre, mi lascio incantare dalla danza delle “fontane”, mi godo lo spettacolo mangiando un panino da Shake Shack e lì incappo nel primo controsenso che mi ha fatto capire che nonostante tutto, mi trovassi in un paese orientale. Ordino una birra e fanno finta di non capire di cosa stessi parlando, non si bevono alcolici a Dubai. Niente da criticare assolutamente, però spesso si è catapultati talmente tanto in una vita surreale quando si arriva a Dubai, che quasi ci si dimentica del resto. Si, perché “surreale” è il termine che ho esclamato ad ogni passo in questa fantastica città.
Ma non c’è mica solo lusso, aldilà dei grattacieli e i ristoranti da urlo, e le spiagge da sogno c’è tanto altro da raccontare. La prima cosa? La loro storia, la loro cultura, il modo in cui da immense distese di sabbia del deserto, si sono costruiti una città al pari di tante altre metropoli internazionali. Cosa mi ha colpito di più di Dubai? Il rispetto, per le culture, ma e nel 2019 si respira un’aria particolare negli Emirati Arabi che stanno vivendo l’anno della tolleranza.
Tra le varie esperienze fatte, consiglio il parco Acquatico dell’Atlantis, nuotare con i delfini è stato pazzesco. La struttura si trova all’interno del Resort che sorge su “The Palm”, una palma artificiale costruita sulla lingua che collega la città al mare. Pazzesco! Molto bello anche il Safari nel Deserto Rosso, noi abbiamo fatto l’Extreme: una Jeep ti viene a prendere nell’albergo, ti porta in uno spiazzale dove si fittano i quod e poi diritti a cena in un villaggio che si trova completamente nel pieno del deserto. Nel tragitto la nostra guida ci ha fatto provare l’essenza di cavalcare, nel vero senso della parola, le dune altissime, è stato molto divertente. Una volta arrivati al villaggio vieni inebriato dall’odore di frittelle preparate per i turisti dagli abitanti del posto e trascorri una serata con loro a mangiare prodotti tipici, tra spettacoli di danza del ventre e cammelli.
Ma la Pasqua a Dubai? Per un cattolico cristiano sicuramente non è un modo per festeggiare dato che non è un evento della religione musulmana, inoltre la Domenica per loro è una giornata lavorativa (il venerdì giornata di riposo). Abbiamo trovato però una chiesa cattolica dove trasmettevano la Santa Messa. A dirla tutta comunque, per il resto è stato bellissimo trascorrere la giornata al mare con un sole di 39 gradi, diciamoci la verità. Nonostante il caldo, consiglio il mese di Aprile per il clima: niente afa, un ottimo rimedio per avere anche modo di girare la città tranquillamente. La spiaggia migliore secondo il mio punto di vista è stata la Jumeirah Beach, dove sorge il Burj al-Arab, mare cristallino e una distesa di spiaggia bianca bellissima.
Niente pastiere e casatielli insomma, ma la serata di Pasqua mi sono consolata con una cena da Nus’ret, il famoso ristorante dello chef turco. Ambiente tutto occidentale, musica da disco, drink e carne ottima, i prezzi un po’ cari ma c’era da aspettarselo e poi ne è valsa completamente la pena.
Ma oltre ai grattacieli e i locali da urlo cosa c’è a Dubai? La domanda che si pongono un po’ tutti, per questo sono andata a visitare il centro storico della città: la “Dubai Vecchia”. Si arriva in metropolitana tranquillamente, la stazione consigliata è la “Ras Station” che ti porta direttamente nel quartiere di Deira, nei pressi del Dubai Creek. E’ qui che si incontra l’anima dell’Arabia, commercianti modesti, appartamenti semplici e anche ridotti un po’ male, negozi di tessuti e souvenir tipici. In questo quartiere sorge il “Gold Souk”, ossia il mercato dell’oro: una strada dedicata completamente ai gioielli, di tutti i tipi, tutte le grandezze, tutti i modelli. Consiglio soprattutto alle donne di farsi incantare da tutta questa bellezza, perché come diceva Marilyn Monroe: “Diamonds are girl’s bestfriends”. Una volta usciti dal Mercato, proseguite per il quartiere di Al Fahidi, troverete negozi di scarpe e tessuti tipici del posto (bellissimi) e fermatevi all’Arabian Tea House, un locale tutto arabo che profuma di incenso già dalla strada.
Bellezza, stupore, fascino, con questi aggettivi definirei Dubai, non cara come dicono e soprattutto piena di cose da vedere, quindi non solo “la vacanza per ricchi” come la maggior parte delle persone definisce. La loro moneta è il Dhiram, consiglio di pagare con carta di credito, solo alcuni taxi chiedevano il contante. Per gli spostamenti, metropolitane e taxi, ricordo solo una cosa: i compartimenti della metro separano l’uomo dalla donna, con un adesivo. Quindi mi raccomando, fate sempre attenzione alle indicazioni che trovate sul pavimento, alle effusioni che vi scambiate tra coppie e soprattutto per le donne, nel rispetto della cultura altrui, a girare per strada abbastanza coperte!