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Martedì, 23 Aprile 2024
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A cura di Vanessa Ciccarelli

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Valentina, sanitario in prima linea a 27 anni: "Ho paura come tutti ma torneremo a sorridere"

"Dopo questa esperienza vi dico non rimandate mai a domani quello che potreste fare oggi, che sia un bacio, che sia una chiamata, che sia una carezza, che sia un mi manchi non detto, un ti amo in più, un viaggio, un’emozione, una qualsiasi cosa, perché un domani può essere troppo tardi"

"Valentina, 27 anni, Tecnico di Radiologia.. solare, innamorata dell’amore e con un grande sogno ancora da realizzare. Ebbene sì, avete letto bene, sono un tecnico di radiologia, sono un sanitario, sono in prima linea, sto sperando ogni giorno di poter riabbracciare i miei cari un domani. Da quando é arrivato questo virus, all’inizio pensavo.. vabbè sarà un’influenza che colpisce i più deboli, un’influenza un po’ più acuta, ma passerà come tutti gli altri virus. Poi in Cina i morti aumentavano ogni giorno sempre di più, guardavo la TV e non ci potevo credere, sembrava di vedere un film per quello che raccontavano i telegiornali.. il contagio dalla Cina all’Italia è stato in un attimo, ed eccoci ora tutti chiusi in casa in quarantena, tutti tranne le persone come me che devono scendere ogni giorno e combattere, eccoci con la quotidianità persa, senza poter più abbracciare o vedere qualcuno, isolati da tutto e tutti ma con i social pur sempre vicini. Com’era la mia vita prima del Coronavirus? Sognavo il futuro con il mio fidanzato, stavamo facendo tanti progetti e nel frattempo stavamo viaggiando e vivendo ogni esperienza unica insieme. La mattina andavo a lavoro felice ma senza paura. Invece, com’è cambiata la mia vita… bhè ogni giorno vado sempre a lavoro felice perché amo il mio lavoro, ma con la paura negli occhi, una paura che si nasconde dietro quella mascherina e dietro i dispositivi di sicurezza che ci fanno indossare… Guardo i pazienti impauriti, io più di loro, ho paura, paura di tornare a casa e contagiare i miei familiari, paura perché non vedo il mio fidanzato e mi manca da morire, paura perché non so quando lo rivedrò di nuovo, paura perché non so quando tutto questo finirá. Sorrido ad ogni paziente, incoraggio loro, incoraggio la mia famiglia, ma quando mi metto a letto ogni sera scoppio a piangere perché in realtà ho paura, non so se stando a contatto con tante persone qualcuna potrà infettarmi, ma non mi importa tanto di me, ma dei miei cari, di portare a casa il virus e passarlo a loro. Voglio essere positiva e sperare che tutto questo finirà presto. E dopo questa esperienza vi dico non rimandate mai a domani quello che potreste fare oggi, che sia un bacio, che sia una chiamata, che sia una carezza, che sia un mi manchi non detto, un ti amo in più, un viaggio, un’emozione, una qualsiasi cosa, perché un domani può essere troppo tardi".

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