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Domenica, 28 Aprile 2024
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Regione Campania “maschilista”: poche donne in giunta e consiglio

Dopo le ultime elezioni le percentuali sono addirittura peggiorate. La regione nettamente sotto alla media nazionale

È sicuramente una triste tendenza nazionale ma non basta a giustificare la scarsa presenza di donne in consiglio e nella regionale della Campania. Uno studio fatto da OpenPolis racconta di un'Italia dove le differenze di genere sono ancora oggi accentuate, soprattutto nei ruoli di potere come quelli dell'amministrazione pubblica. La Campania non fa eccezione attestandosi anche al di sotto della media nazionale. Lo studio calcola la presenza femminile all'interno delle istituzioni regionali.

Si parte con le giunte, organo di governo regionale. In quella diretta dal presidente Vincenzo De Luca sono otto gli uomini e solo tre le donne per una percentuale del 27,27%. A livello nazionale le migliori sono la Toscana che fa registrare la quota più alta di donne all’interno di quest’organo (44,4%). A seguire il Lazio con il 36,4% e poi Veneto, Umbria ed Emilia-Romagna con il 33,3%. La Campania risulta a metà classifica.

Notizie peggiori arrivano dalla composizione del consiglio regionale. Nonostante viga la regola della doppia preferenza di genere durante le elezioni, la Campania risulta essere tra le peggiori regioni d'Italia, confermando una tendenza molto accentuata al Sud. Su 51 consiglieri totali, sono solo otto le donne elette nell'assise regionale. Una percentuale del 15,64% che pone la Campania di gran lunga al di sotto della media nazionale del 22,36%. La regione amministrata da De Luca è al 14esimo posto a livello nazionale. Peggio solo altre regioni del Sud come Puglia, Basilicata e Calabria. La migliore in questa classifica è l'Emilia Romagna con il 40% di donne a sedere nei banchi dell'assise.

Un altro dato impressionante riguarda le regioni andate al voto tra cui proprio la Campania. Nelle giunte neoelette, in molti casi, le donne hanno perso poltrone. È proprio il caso della giunta De Luca in cui, prima delle elezioni sedeva il 40% di donne, mentre adesso la percentuale della presenza femminile è scesa al 27,27%. Si tratta del peggior risultato di perdita percentuale dopo le Marche tra le regioni coinvolte nelle ultime consultazioni elettorali.

Stesso discorso anche per la presenza in consiglio regionale. Anche in questo caso, sempre tra le regioni che hanno rinnovato il proprio consiglio, il numero di donne è sceso vertiginosamente. Prima delle elezioni era del 19,61% mentre adesso è del 15,69%. Peggior risultato percentuale dopo la Valle d'Aosta. Il quadro generale che ci viene consegnato è quello di un'istituzione regionale che si allontana sempre più dalla parità di genere e peggiora le proprie statistiche con gli anni anziché migliorarle come gran parte delle regioni italiani, seppur tremendamente indietro col resto d'Europa.

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