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Svolta storica a San Giorgio: piazza Vittorio Emanuele diventa piazza Carlo di Borbone

Una scelta identitaria, secondo le parole del sindaco Giorgio Zinno. "Carlo di Borbone era un sovrano illuminato che si autodefinì napoletano, e che merita un riconoscimento che vada oltre i libri di storia"

"Oggi abbiamo approvato un atto con il quale abbiamo intenzione, dopo l'ok della Prefettura di Napoli, di intitolare la piazza dove ha sede il municipio a Carlo di Borbone". Così il sindaco di San Giorgio Giorgio Zinno in un messaggio sui social.

La proposta è di Pietro De Martino, assessore alla Toponomastica del Comune, ed è – spiega ancora Zinno – "frutto di un percorso realizzato anche grazie alla Commissione Toponomastica locale e alla Scuola Massaia con il dirigente Enzo De Rosa, che ha compiuto uno studio sull'argomento presentato durante un convegno pubblico su Carlo di Borbone che ricevette il consenso unanime dei partecipanti".

Particolare non di secondo piano, dal punto di vista simbolico, è che la piazza in cui ha sede il municipio di San Giorgio a Cremano è intitolata invece a Vittorio Emanuele di Savoia.

Zinno definisce Carlo di Borbone un "sovrano illuminato". "Si autodefinì napoletano – spiega – La sua personalità e le sue opere meritano un riconoscimento che va oltre i libri di storia. Dopo via Martiri di Pietrarsa, anche questa volta saremo la prima città d'Italia ad avere un luogo pubblico intitolato a Carlo di Borbone. In questo modo recuperiamo la nostra identità e possiamo trasmetterla alle nuove generazioni lasciando un'impronta indelebile".

Carlo di Borbone a San Giorgio a Cremano

"A Carlo di Borbone si deve la grandezza di tutta l'area del Miglio D'Oro in cui rientra anche San Giorgio a Cremano – ha proseguito Giogio Zinno – con le sue numerose ville, sviluppatasi a partire dalla residenza storica del re presso Portici (Reggia di Portici), iniziata nel 1738. Testimonianza della sua presenza nella nostra città è anche la dimora in cui abitò Bernardo Tanucci, suo primo ministro, consigliere e autore di numerose riforme del periodo".

La sua impronta a Napoli

"A Napoli invece – sono ancora le parole del sindaco di San Giorgio – il re fece costruire il Teatro San Carlo, Palazzo Fuga, meglio conosciuto come Albergo dei Poveri, la Reggia di Capodimonte e quella di Caserta con il grandioso Parco Vanvitelliano. Inoltre re Carlo di Borbone valorizzò con ulteriori e approfonditi interventi gli Scavi di Pompei ed quelli di Ercolano, intuendo che si trattasse di un patrimonio inestimabile di storia e cultura. Amante dell'arte, fece poi costruire nella Reggia di Portici il primo nucleo del Museo Nazionale Archeologico di Napoli".

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