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Lunedì, 29 Aprile 2024

Giorno della memoria, i figli dei deportati: "I nostri genitori vittime dell'orrore"

Napoli ricorda chi ha subito i soprusi del nazifascismo nei campi di concentramento. Dai fiori per Luciana Pacifici, bimba di pochi morta ad Auschwitz, alle medaglie per i parenti di chi ha vissuto l'incubo

Le lacrime dei figli dei napoletani deportati nei campi di concentramento nazifascisti raccontano quanto 76 anni non abbiano scalfito l'orrore e le sofferenze. Anche Napoli ha celebrato la sua giornata della memoria. Una città che ha ha vissuto nel Quattro giornate, in cui cacciò i tedeschi, e che ha visto morire quindici concittadini ebrei, uccisi dalla follia dei regimi totalitari: "Fu solo il coraggio della città - ricorda il Presidente della Comunità ebraica Roberto Modiano - a salvarci dallo sterminio". 

La giornata è cominciata in via Luciana Pacifici, nel Borgo degli orefici. Una strada intitolata a una bimba di pochi mesi morta ad Auschwitz in cui il sindaco Gaetano Manfredi ha posto una corona di fiori prima di spostarsi in piazza Bovio per rendere omaggio alle pietre d'inciampo che riportano i nomi di nove vittime delle persecuzioni del nazifascismo. 

In Prefettura, sono state consegnate Le medaglie d'onore alla memoria ai familiari di sette cittadini napoletani deportati e internati nei lager nazisti: "Mio padre fu imprigionato a settembre con la divisa estiva - racconta Enza - e non gli hanno mai dato nuovi panni. Si riparava dal freddo con le coperte". 

Eppure, le sensazioni di quell'orrore corrono più flebili nelle vene delle giovani generazioni. "E' l'ignoranza dei ragazzi il terreno su cui il fascismo sta tornando con nuove forme e nuove sigle" è il monito di Roberto Modiano. "Non possiamo permettere che il ricordo di ciò che è accaduto svanisca. Le testimonianze di queste persone devono arrivare in tutte le scuole" ha concluso il prefetto Claudio Palomba. 

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