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Coronavirus, Gasperini: "In Lombardia siamo organizzati. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma e a Napoli"

La frase del tecnico dell'Atalanta, nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, sta suscitando polemiche

“Sento soltanto le sirene delle ambulanze. State a casa, state in famiglia, non uscite. E da queste parti, in Lombardia, siamo sufficientemente organizzati, pur se in difficoltà. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma, a Napoli”. Stanno suscitando polemiche le dichiarazioni del tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini che, nel corso di una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha parlato del calcio ai tempi del Coronavirus.

Le parole dell'allenatore piemontese non sono piaciute a tanti napoletani e romani, come sta emergendo in queste ore sui social.

Gasperini, nel corso dell'intervista, ha parlato anche dello stop del campionato: "Siamo precipitati in una realtà che sapevamo essere terribile, ma non fino a questo punto. L’evoluzione da domenica è stata impressionante, terribile. Quattro giorni fa era un mondo, lunedì un altro, oggi un altro ancora. Avevo gradito quel passaggio del primo decreto che consentiva al calcio professionistico di proseguire a porte chiuse, perché la funzione sociale del calcio soprattutto in situazioni di emergenza è chiara. Il calcio come antidepressivo, come forma di sopravvivenza, è così che lo considero. La visione di una partita, una parentesi di leggerezza, può risultare addirittura terapeutica".

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