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Crisi lockdown, ‘A Figlia d”o Marenaro: "Stato assente. Aiutiamo noi i dipendenti a sopravvivere"

"Aprire con forti restrizioni ci farebbe perdere l'80% dei coperti. Per noi sarebbe folle". L'intervista a Giuseppe Scicchitano, figlio della proprietaria del ristorante

‘A Figlia d”o Marenaro, ristorante marinaresco di via Foria, aperto da oltre 60 anni a Napoli, famoso soprattutto per la zuppa di cozze, ha dovuto chiudere i battenti, come tutti, per il lockdown causato dall'epidemia da Covid-19.

NapoliToday ha intervistato Giuseppe Scicchitano, figlio della proprietaria del ristorante, per comprendere come stanno vivendo la crisi economica che ha colpito improvvisamente il settore e come vedono il ristorante nella fase 2, quella della convivenza con il virus.

- Qual è la vostra posizione sull'asporto, al momento vietato per l'epidemia da Coronavirus? Siete favorevoli o contrari?
"Le piccole pizzerie possono andare bene con l'asporto, le capisco, ma per noi sarebbe una follia. Siamo un'azienda con 75 dipendenti. Tra tasse e costi sarebbe folle". 

- Come ve la immaginate la fase 2, con la possibile riapertura del ristorante, ma seguendo rigide regole di igiene e distanziamento tra clienti?
"La fase 2 per la nostra categoria di ristoranti, bar, pasticceria. Il nostro lavoro è con i posti a sedere: nel nostro gazebo abbiamo ad oggi circa 120-130 coperti. Abbiamo fatto un esperimento per adattarci alle nuove norme e in pratica avremmo circa 24 o 32 posti. 80% in meno dei coperti con costi uguali. E' follia riaprire. La cosa fondamentale è la salute e su questo non ci piove, ma aprire senza tutele economiche con tutte le tasse che abbiamo pagato finora e che paghiamo ancora è troppo pesante. Lo Stato ci tuteli".

- Qual è la misura utile per farvi contenere i danni economici?
"Potrebbero abolire le tasse dell'anno 2020. Chiediamo una tutela solo per restare a galla. Aprire vuol dire fallire per la nostra categoria di locali. Un altro punto poi sono i dipendenti che vivono alla giornata e alla settimana. Non possono aspettare la cassa integrazione che ancora deve arrivare. Noi ci siamo sostituendo allo Stato e stiamo aiutando i nostri dipendenti. Se non li avessimo tutelati noi, non avrebbero neppure i soldi per fare la spesa. Non abbiamo abbandonato i nostri dipendenti e come noi altri, perchè i napoletani hanno cuore. E' assurdo che queste cose non le faccia lo Stato".


 

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