La Buvette di Eva: nuova vita per quattro donne vittime di violenza
Ieri l'inaugurazione al teatro San Ferdinando
Dopo l'apertura lo scorso anno della caffetteria al Mercadante, un secondo punto ristoro è stato inaugurato ieri sera al San Ferdinando. Si chiama La Buvette di Eva e ha la particolarità di esser stata voluta dalla cooperativa sociale Eva nata nel 1999 con l'obiettivo di prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne anche con campagne informative rivolte a scuole e istituzioni.
Al Teatro San Ferdinando ora lavorano quattro donne che - dopo un percorso di uscita dalla violenza - hanno la possibilità di guadagnare e ricominciare una nuova vita offrendo nel teatro napoletano, cibi e bevande agli ospiti.
La cooperativa Eva segue donne nei cinque centri antiviolenza nelle province di Caserta, Benevento e Napoli e le tre case rifugio che accolgono quelle che hanno bisogno di protezione e vittime di tratta.
L'iniziativa è stata organizzata in collaborazione con il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale e con la Fondazione Una Nessuna Centomila e l'espansione del progetto è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Con il Sud attraverso il progetto Rose-Reti per l'Occupazione, la Salute e l'Empowerment.
L'inaugurazione
La serata inaugurale ha visto, tra gli altri, la presenza di Lella Palladino, socia fondatrice della cooperativa Eva nel 1999 e vice presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila, la vice presidente vicaria del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale Stefania Brancaccio, la senatrice Valeria Valente, già presidente della commissione d'inchiesta contro il femminicidio nella scorsa legislatura. Testimonial Cristina Donadio, Lucariello, Giovanna Sannino e Gaetano Migliaccio.
"Le donne - ha detto Daniela Santarpia, presidente della cooperativa Eva - devono uscire dalla violenza attraverso la riconquista delle proprie abilità, delle proprie risorse e dell'autostima". "Sono donne con background diversi: alcune con storie di violenza fisica ed economica molto forti, altre con storie di violenza psicologica. E adesso, attraverso il lavoro, rinascono".